Recensioni

Durante i lunghi anni di lontananza dalla sua Gaeta, mentre solcava i mari del mondo, il Comandante Salvatore Antetomaso – gaetano verace, come dimostra l’opera che ci regala – ha scitto un vero capolavoro di conservazione della tradizione linguistica della nostra amata città.  Ed io,  modesto suo amico fin dai lontani anni dell’infanzia, sono a lui grato e del lavoro svolto per la conservazione di memorie della nostra tradizione e della dedica “ A Salvatore, in segno di una amicizia da sempre coltivata” che ha voluto a me  rivolgere nel darmi la disponibilità alla divulgazione del suo impagabile lavoro. Divulgazione che mi accingo a fare con vero orgoglio, ma con sinceri ringraziamenti per il compito affidatomi e per la stima dimostrata alla mia modestissima persona. Non stancatevi di leggere l’intera opera di Salvatore Antetomaso. Ogni gaetano potrà scoprirvi le proprie tradizioni ed apprezzarne l’enorme valore socio- culturale in essa contenuto. Citando una frase nota ad ogni gaetano “Gliù vove dice curnute agli’asene” (il bue dice cornuto all’asino),  potrete sorprendervi nello scoprire la sintassi dell’articolo determinativo “gliù” (il), la regola di interscambiabilità e l’origine della stessa tra le consonanti “B” e “V” e tante altre regole meticolosamente e sistematicamente organizzate nel paragrafo dedicato all’articolo, nel capitolo “SINTASSI ELEMENTARE” dell’opera del Comandante Salvatore Antetomaso. Buona lettura ad ogni gaetano che voglia scoprire un’opera inedita che un figlio di Gaeta ha pazientemente portato a termine in lunghe notti di silenziosa navigazione sugli oceani.

Salvatore Delio (http://www.delio-patentenautica-ebook.it/)


Scrivere una commedia in dialetto gaetano? Ora è possibile e c’è già chi sta pensando di cimentarsi nell’impresa approfittando delle ferie estive e del fresco di un ombrellone. Ha suscitato, infatti, molto interesse la pubblicazione de «Gliù Ruuoce», la grammatica del dialetto gaetano che il Comandante Salvatore Antetomaso ha scritto durante le sue lunghe notti di silenziosa navigazione trascorse sugli oceani. Tradotto, «Gliù Ruuoce» significa il vocio assordante: «quell’intenso frastuono lessicale che mi sovrastava la mente – scrive l’autore nella prefazione del suo libro – ripetendo decine e decine di volte le parole del mio dialetto per definirne l’accento, il suono, il tono e la cadenza». Fonetica, morfologia, sintassi elementare, curiosità, letture, vocaboli caratteristici, modi di dire, espressioni augurali benevoli e malevoli, voci per animali, detti più comuni, locuzioni: la grammatica del dialetto gaetano scritta da Antetomaso è davvero un capolavoro di conservazione della tradizione linguistica della città, racchiuso in 42 capitoli. L’autore ne ha affidato la divulgazione ad un amico d’infanzia, Salvatore Delio, che ha riprodotto l’opera sul suo link, mettendola a disposizione di tutti. E sono molti, infatti, a scaricarla per leggerla, conservarla e tramandarla, ma anche per divertirsi a scoprire le radici della città; chi sono i personaggi che si citano per fare degli esempi e perché. Di qualcuno che si considera importante e si dà delle arie, i gaetani da sempre dicono: «Chi crede di essere, Francische Antònie la Murtélle?» e il Comandante Antetomaso, attingendo a fonti storiche, racconta che il personaggio è vissuto nel 1600 ed era un funzionario dell’amministrazione civica di Gaeta, discendente dalla nobile famiglia de Molteda o Mortella. Ma si tratta solo di un esempio. «Gliù Ruuoce» è uno scrigno prezioso che non si può descrivere in poche righe: va aperto alla ricerca delle mille sfaccettature dei suoi gioielli.

Anna Galise (IL TEMPO, 21 luglio 2009)