Parole che terminano in ELE

Molti sostantivi femminili, nella  forma dialettale terminano in ELE.

E’ caratteristica comune ad alcuni dialetti delle Puglie,  arrivata a Gaeta nel  ‘500,   

con la venuta, da quella regione, di circa 400 famiglie. In genere indicano cose piccole, atte a formare un insieme. Appartengono a questa categoria anche quei nomi femminili al plurale, ma di genere maschile al singolare  (es. gliù rite, le rétele; gli’uosse, l’ossele).   

Esempi:

furmìchele (formica),    tarìnele (tellina),          pallòttele (pallottola),   

cacìchele (cicciolo),      muglìchele (briciola),  perréttele (sterco di ovini),

petréccele (pietruzza),  ménele (mandorla),      ciammarrùchele (lumaca),   

sullècchele(carruba),     frósele (narice),           schiavìnele (vaccinazione),    

móschele (mosca),        scròcchele (grappolo);  papénghele(granchietto).